Giovanni Boldini, pittore italiano nato a Ferrara il 31 Dicembre 1842 e morto a Parigi l’11 Gennaio 1931, è stato indubbiamente uno degli interpreti più carismatici del periodo socio-culturale ed artistico europeo che va da fine ottocento fino alla seconda decade del novecento e che meglio conosciamo come Belle Epoque.
Di mamma ferrerese e papà di Spoleto, l’artista, ottavogenito di tredici figli, iniziò subito a manifestare la sua naturale tendenza e predisposizione per l’arte abbandonando gli studi prematuramente e seguendo le orme ed i consigli del padre Antonio, pittore purista formatosi sotto i grandi maestri del quattrocento e fondamentale per la formazione e maturazione pittorica di suo figlio.
A soli 14 anni il suo primo vero esordio nella società ferrarese con l’autoritratto, opera che risalta la personalità di Giovanni e la sua repulsione verso tutto ciò che era tecnica o schema ben preciso, cosa che diventò sempre più visibile via via che raggiungeva la maturità.
Chi era Boldini
Zanin, così era affettuosamente soprannominato Giovanni Boldini dai familiari, iniziò la scuola elementare nel 1850 nel quartiere San Domenico, ma ben presto si dimostro avverso e riluttante a qualsiasi metodo di insegnamento didattico a causa del suo carattere molto forte e deciso e della sua naturale protesta verso tutto ciò che era regola o imposizione.
Ben presto infatti, a causa del suo temperamento molto deciso, abbandonò la scuola ed iniziò a frequentare la bottega di Giuseppe Saroli, artista locale molto amico di suo padre Antonio; fu proprio da questo momento che l’artista iniziò a mettere in pratica gli insegnamenti ricevuti dal padre, ed eseguì opere come la copia della Madonna della seggiola (1859).
L’influenza della Belle Epoque nell’arte
Nella seconda metà del secolo XIX tutto ciò che aveva una immagine o un contenuto recante ancora tratti abbastanza medievali venne poco a poco soppresso e modificato; iniziarono infatti a cambiare le forme, diventando più ordinate e chiare, ed a tutto venne dato un senso ed un aspetto più pulito e ben definito; addirittura le capitali europee cambiarono impostazione, si differenziarono e separarono le aree cittadine destinate al commercio ed all’industria da quelle residenziali, si distanziarono le mansioni degli operai comuni da quelle delle famiglie borghesi, si sostituirono le vecchie e tortuose strade che comunicavano le città con ampie ed imponenti vie rettilinee che facilitavano comunicazioni e scambi.
Questo periodo storico che va sotto il nome di Bella Epoque portò con se tantissime innovazioni tecnologiche e scoperte di vario genere che in seguito miglioreranno, e non di poco, la qualità della vita in generale (il processo di pastorizzazione, la luce elettrica, la prima ferrovia), e questa grande spinta verso la produzione industriale è stata senz’altro possibile in quanto fu un periodo senza guerre, dove la produzione e gli scambi erano i principali protagonisti.
Opere ed esposizioni di Boldini nella Belle Epoque
Dopo il suo periodo formativo passato tutto in Ferrara, l’artista si trasferì a Firenze dove iniziò a subire le prime influenze di pittori cosiddetti macchiaioli, in cui appaiono tratti e linee più brevi e decisi a prendere il posto di composizioni dinamiche, prerogativa di quella che poi sarà l’arte futurista che era controcorrente ed in totale disaccordo coi macchiaioli stessi.
I ritratti e le copie fedelissime degli stessi iniziarono ad essere il soggetto preferito dall’artista che, per non incorrere in alcun tipo di contraddizione, eliminò poco a poco da tutti i suoi quadri qualsiasi paesaggio o elemento astratto di contorno, per differenziarsi appunto dai macchiaioli e ribadire la sua completa autonomia pittorica.
Le donne diventarono il soggetto preferito dall’artista; egli le raffigurava disinibite, emancipate, bellissime e consapevoli della loro femminilità; Conversazione al caffè, Ritratto di donna Franca Florio, Ritratto di Lady Colin Campbell, Ritratto di Madame Charles Max, sono tra le più note tra le sue opere.
Nel 2017 prima e nel 2019 poi, due importanti mostre antologiche a lui dedicate; la prima a Roma nel complesso Vittoriano, e la seconda invece a Ferrara, dove il Palazzo dei diamanti gli dedica completamente una esposizione dal titolo “Boldini e la moda”, nella quale l’arte del pittore viene messa in stretta correlazione con l’alta moda parigina del periodo della Belle Epoque.